sabato 1 maggio 2010

... e si che ho mangiato le fragole.
Ero a letto e l'ho fatto.
Erano dolci e non me ne vergogno.
Lo rifarei!Proprio ora...
Si perchè non si scherza con le fragole e ci vuol coraggio ad ignorarle.
Con quel succo che sa di tutto
e niente che può ferirti tutto intorno.
sei rinchiusa al sicuro e niente può tirarti via da quell'abbraccio di lenzuola
e da quel sapore che non sai spiegare.
E' natura che esplode.
Ed è esplosa a cercar altrove il suo prosieguo.
Il continuo di radici e di rami che si estendono fino all'impossibile in un abbraccio d'aria e terra.
Non vivono in me gioie che io sappia coltivare nel mondo, quel mondo che mi lascia in un'attesa continua che una volta sapevo anche apprezzare.
L'orrore m'inonda i sensi e l'impazienza le mani che non trovando freno si riempono fino a sporcarsi, fino a picchiare, fino a chiedere aperte e calde un qualcosa che non possono stringere... eppure c'è.
Da qualche parte c'è.
E il conforto arriva con un filo di seta che risplende
tra le dita...
il suo fruscio silente aiuta a distinguere la musica del mare e quella degli uccelli sugli alberi verdi e folti.
Sono muta e piena.
Al centro del mondo rami e radici... potevo dormirci così, sai?
Sono muta e sola.
Il vuoto tornava col freddo che
nel caldo del sole si faceva spazio
e arrivava onnipotente
con le tue dita che lente
lasciavano me.

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